Il MacBook Pro nonostante il nome non è mai stata una macchina costruita con la filosofia “pro” delle linee davvero professionali come ThinkPad di Lenovo, Precision/Latitude di Dell e Pro/Elite/Zbook di HP; le prestazioni e robustezza della macchina vanno in secondo piano rispetto all’estetica.
La grandissima quantitò di difetti congeniti – errori di progettazione che risultano in problemi più o meno gravi uguali per tutti gli esemplari di una data produzione – del quale hanno sofferto le varie serie negli anni è sconfinata ed imbarazzante se rapportata al prezzo ed al fatto che Apple realizzi soltanto due o tre modelli ogni anno e solitamente si tratta di “refresh”, raramente design completamente rinnovati.
Per alcuni di questi difetti in USA sono state vinte delle class action che hanno costretto a riconoscerli e ripararli anche dopo la fine della garanzia standard di 2 anni.
A luglio 2022 si è conclusa una ulteriore causa per la qualità terribile delle tastiere “butterfly”.
Quello che invece andremo ad affrontare oggi non solo non è soggetto ad alcuna riparazione in garanzia, ma è anche difficile trovarne riscontro ufficiale fuori dalle esperienze dei singoli utenti.
IL SUNTO DEI PROBLEMI
Pur montando CPU siglate come “i7” o addirittura “i9”, i macbook pro non raggiungono mai le prestazioni teoriche di queste CPU, e la differenza può essere anche radicale – portando un i9 da 8 core a performare come un i5 dual core.
Il fattore più noto a causare problemi di prestazioni è il sistema di raffreddamento sottodimensionato. Le macchine sono troppo sottili, le ventole non muovono abbastanza aria, non c’ spazio abbastanza per scambiare il calore a livello di heatpipe e fins e non ci sono nemmeno aperture adeguate. Quanto calore la macchina riesca ad espellere influenza direttamente le prestazioni possibili, ed è interessante perchè ad esempio dal 2016 al 2020 il design non è cambiato, ma il numero di core dei processori e la loro frequenza teorica è aumentato continuamente.
Se però fosse solo un problema di temperatura, con un cambio di pasta termica, pad tra cpu e case con ventole esterne e settando le ventole al 100% con macfancontrol dovrebbe esser possibile portare la macchina alla piena frequenza teorica. Nonostante sia riuscito a far lavorare la cpu a meno di 80 gradi in pieno carico (precedentemente si raggiungeva il classico limite di 99) il difetto si può manifestare comunque per un altro motivo.
Il Macbook Pro da 15 pollici ha un alimentatore da 87w e quello da 16 pollici un 93w – valori insufficienti a fornire in maniera continua l’energia ai componenti utilizzati, tutto il sottosistema di alimentazione VRM è sottodimensionato.
Louis Rossman, autorità nella riparazione di Mac, ne parla in questo video.
La batteria viene chiamata a fornire i watt mancanti, anche con computer attaccato alla corrente – il che ne causa appunto la degradazione anche se non usate mai il portatile senza alimentatore, e quando la potenza non basterà più il computer inizierà a performare malissimo anche senza alcuna aggravante.
DINAMICA, CONCAUSE E AGGRAVANTI
Il problema manifestato sono le scarse prestazioni: eseguendo un test o aprendo un programma/progetto pesante, la macchina non riuscirà a gestire il carico, risultando in scatti vistosi dell’interfaccia o impossibilità di riprodurre il progetto audio. Il computer utilizzerà una routine di throttling cioè rallenterà le prestazioni dei componenti per mantenerli all’interno dei limiti di temperatura ed energia disponibile: questo processo risulterà nel task manager come kernel_task – che è quindi una conseguenza e non causa.
Questo problema si presenta a seconda del carico di lavoro ed è più evidente tanto maggiore è il consumo del sistema, quindi ci sono vari elementi che lo portano a manifestarsi più o meno intensamente:
– la temperatura esterna che si riflette in maggiori temperature per il sistema di alimentazione e ne riduce l’efficienza
– l’attivazione della GPU dedicata che avviene non solo ovviamente su programmi che usano grafica pesante, ma purtroppo anche solamente attaccando schermi esterni o usando programmi “semplici” come Chrome e sembra anche alcune DAW e plugins, in particolare in presenza di schermi 4k
– le cpu più potenti, sopratutto a frequenza più alta “i9“ che hanno consumi esponenzialmente maggiori a fronte di piccoli aumenti di prestazione solo teorici, risultando di fatto in prestazioni finali minori nell’uro reale come descritto nel nostro articolo qui – mentre i modelli base di 2016 e 2017 quad core riescono ad esser molto più costanti anche su carichi prolungati avendo consumi di picco ridotti
– l’uso di dongle/hub esterni o altri dispositivi come schede audio sopratutto thunderbolt 3 non alimentati esternamente
SOLUZIONI
Il problema così esposto sembra praticamente senza via d’uscita, dato che la macchina non è disegnata per assorbire più del wattaggio di design dell’alimentatore. Ma ci viene incontro una caratteristica fisica: la resistenza alla corrente e quindi il consumo dei componenti è più basso tanto più basse sono le temperature.
Andando a migliorare il raffreddamento delle componenti di alimentazione e dei vari chip (non solo la CPU quindi) si ottiene a parità di consumo un aumento apprezzabile delle prestazioni, fino al 30% su uso solo cpu e più del 50% su uso combinato con GPU
La procedura viene effettuata nel nostro laboratorio con costo fisso di 150€ + il 10% del valore della macchina a garanzia – ad esempio al momento le macchine i9 con 500gb SSD e 16gb di ram si trovano su ebay circa a 1000 quindi il costo sarebbe 250
Un video sul nostro canale youtube mostra il miglioramento con 3 cicli di cinebench r23