Come scegliere una scheda madre longeva

Una delle richieste che mi viene spesso fatta nella costruzione di un computer è assicurarsi di avere una buona longevità e aggiornabilità per il futuro. Non si tratta per niente di una richiesta semplice da affrontare: questo articolo vuole essere un compendio di considerazioni basate su aneddoti reali nella storia dell’informatica che mi hanno portato alla conclusione che non è nemmeno detto sia sensata sotto molti punti di vista.

In questo articolo mi concentrerò sull’aggiornabilità del sistema, che passa quindi dalla scelta della scheda madre in quanto è il componente che si occupa di collegare tutti gli altri e detta i limiti di espansione futura.

Il tutto sarà discusso con in mente il socket AMD AM5; seppur la maggioranza dei concetti saranno applicabili anche alle cpu INTEL, quest’ultima tende a cambiare completamente il socket ad ogni generazione “reale” (cioè cambio vero di architettura) vanificando totalmente il senso degli aggiornamenti. Partiamo quindi da questa considerazione economica: la questione del rapporto spesa/resa negli upgrade CPU.
La scheda madre, il cuore del sistema, è costruita con uno slot specifico per la cpu chiamato “socket” che potrà accogliere CPU di diversa fascia di prezzo a seconda del nuero di core o di altre funzioni come la 3d cache di AMD, e nel tempo diverse generazioni di cpu fino a che l’azienda madre non deciderà di passare ad un socket successivo per poter integrare nuove funzioni come ad esempio un nuovo standard di memoria. A questo punto fermandosi lo sviluppo per il dato socket ci si troverà ad avere una erie di cpu dove si avrà la migliore in assoluto – o nel caso di AMD, due una con 3dcache per gaming e una con il maggior numero di core, mentre su intel il modello i9 assume entrambi i ruoli.

Questa/e cpu top di gamma diventano ricercate da chi per pigrizia o per aver fatto appunto l’errore di investire magari in una scheda madre costosa non vuole cambiarla e cerca un upgrade “semplice”; ma a questo punto, il prezzo si troverà a stagnare e diventare poco sensato se osservato oggettivamente. Per farvi un esempio, un i9 9900k che è la cpu più prestante per le schede madri dalla h310 alla z390 costa oggi usata molto più di un i5 12400f molto più recente che è quasi il doppio in prestazioni single core, leggermente superiore in multi e consuma meno della metà.

Andiamo a considerare comunque le principali motivazioni per voler aggiornare un pc in futuro:

1 – prevedere che la macchina potrà avere usi diversi da quelli che si fanno quando viene acquistata
2 – prevedere un miglioramento sostanziale di prestazioni per lo specifico ambito di utilizzo iniziale

L’esempio teorico più semplice che si può fare per il primo è passare da un sistema concentrato sulle prestazioni single core, real time come può essere ad esempio gaming o produzione audio verso qualcosa che invece possa effettivamente sfruttare un maggior numero di core in rendering.  Questo è semplicemente uno scenario sempre più raro oggi, nel 2025, e che non farà altro che scomparire sempre più in futuro, per il progredire dell’utilizzo delle schede video come acceleratori multithreading. Quando vengono recensite le cpu con alto numero di core (superiore a 8 per AMD e 6+4 su Intel, per dire la mia idea) noterete che i casi dove queste svettano sono nella quasi totalità test sintetici, mentre quasi tutte le applicazioni reali di render viene indicato che è stata forzata la cpu, ma girerebbero ordini di grandezza più velocemente usando gpu anche solo di fascia media.

Nel caso comunque si fosse davvero convinti di volersi preparare per questa eventualità la preoccupazione sarebbe quella di avere un sistema di alimentazione sulla scheda madre, chiamati VRM, adeguato a questo upgrade; si tratta di una caratteristica come tanti casi difficile da “parametrizzare” solo in termini numerici ed è necessario cercare informazioni specializzate da recensori di nicchia e competenti, come ad esempio TechSpot.

Un secondo campo di intervento possibile è l’aumentare quantità e prestazioni della memoria RAM ottenendo miglioramenti sia in prestazioni single core / realtime con riduzione della latenza sia in banda passante per campi come il video editing e qui entrano in gioco una serie di considerazioni molto importanti e complesse sulle memorie ddr5.
Un grande “elefante nella stanza” è che seppur i produttori costruiscano ancora schede con quattro slot, in realtà occuparli tutti causa interferenze che rendono necessario ridurre molto la frequenza di funzionamento che sarebbe possibile riempiendone solo 2; per questo motivo quindi converrà sempre per un upgrade serio e sensato vendere i propri banchi e comprarne due della capacità superiore rispetto a sforzarsi di cercarne altri 2 identici a quelli in nostro possesso e poi dover rallentare il tutto cercando la stabilità e perdendo tantissime prestazioni.

La massima velocità stabile raggiungibile in un sistema dipende dall’elemento più debole della catena formata da tre elementi: i moduli stessi, che si possono comprare certificati per la frequenza desiderata o overcloccare manualmente, la scheda madre e il memory controller della nostra cpu.

Quest’ultimo ha una particolarità che va spiegata sulle cpu AMD attuali di serie 7 e 9 “zen 4” e “zen5” che hanno lo stesso memory controller die, dove il suo funzionamento standard in rapporto “1:1” con la memoria arriva normalmente fino a 6000; è possibile con un tuning manuale spingersi a 6200 e raramente anche 6400 ma solo con moduli single rank da 16 o 24 GB e comunque con un lavoro che non è sicuramente alla porta di tutti. Passare a frequenza superiore richiede di lavorare 1:2 che comporta un raddoppio della latenza e risulta quindi controproducente; questa possibilità è stata poi aggiunta da AMD dopo il lancio, e questo significa che le schede B650 e x670 quasi sempre si limitano a garantire 6400 come massima banda, anche se magari le schede che hanno solo dual slot sul PCB possono arrivare a 10000 su amd e 12800 su intel!

La prospettiva è che una futura generazione di CPU AMD possa reggere una frequenza molto maggiore in rapporto 1:1 e quindi spostare il limite della catena alla scheda madre; per assicurarsi che non sia quindi da limite, si può comprare una scheda che garantisca già ora nelle specifiche una frequenza superiore idealmente intorno ai 7600 – 8000 che penso sarà il range che verrà supportato dal nuovo memory controller, oppure verificare cosa usano nei forum di tuning memoria, ad esempio le schede economiche con soli 2 slot che possono trovarsi anche a prezzi molto bassi.

Infine, un ultima preoccupazione potrebbe essere la velocità di collegamento del bus PCIE per i vari slot; sebbene le cpu supportino lo standard versione 5, come con la memoria la catena è limitata dall’anello più debole e le schede economiche B650 supportano solo lo standard versione 4.  In questo caso la preoccupazione è facilissima da sfatare: non ci sono differenze di prestazioni tra questi due standard se si usano schede elettricamente 16x.

A livello di SSD, una configurazione ideale, totalmente inutile per usi normali, da valutare solo per video editing potrebbe essere un disco di sistema operativo con DRAM anche PCIE 4 accompagnato eventualmente da un PCIE 5 ad alte prestazioni per i dati, e questo è supportato anche da schede davvero economiche.